Investire sui medici per salvare il SSN
Embargo 25 gennaio 2025 ore 11.00
Esiste un enorme problema di Governance del sistema sanitario, in un paese in cui Governo e Regioni continuano a rimpallarsi responsabilità e decisioni, ma nessuna delle due istituzioni appare essere oggi, e da troppo tempo, interlocutore dei medici.
Non si parla più con i medici ma si continuano a immaginare scenari e ad elaborare leggi tampone che non fanno altro che destrutturare il ruolo del medico nella società civile e nel rapporto con i cittadini. Occorrono un luogo e un sistema di confronto per una fattiva collaborazione tra medici e istituzioni, centrali e periferiche, per l’evoluzione del SSN che parta dalla salvaguardia della sanità pubblica e dei suoi professionisti. Vogliamo un sistema che torni a mettere la salute pubblica al primo posto, costruito attorno alle esigenze delle persone e non alle logiche economiche. Serve un nuovo patto per la salute, che nasca dal confronto tra medici, istituzioni e cittadini, per costruire insieme un modello di sanità che sia davvero inclusivo, umano e sostenibile. È fondamentale garantire alle persone minori un accesso equo ai servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e all'interno delle singole regioni è un obiettivo imprescindibile: investire sui medici e sui pediatri significa tutelare la salute del futuro capitale umano della Nazione. In quest’ottica, l’area pediatrica riveste un ruolo strategico per garantire un monitoraggio e un intervento tempestivo sui bisogni di salute della popolazione più giovane, promuovendo la prevenzione e riducendo le disuguaglianze di accesso ai servizi essenziali. Il lavoro del medico manca oggi delle tutele più elementari, oltre che dei requisiti minimi di sicurezza delle cure. L’assenza di attrattività della professione, la burocratizzazione, la mancanza di sicurezza, il mutato ruolo sociale, portano oggi i medici, anche delle nuove generazioni, a scegliere sempre più spesso di andare a lavorare nel privato o, peggio, all’estero. Un circolo vizioso che rende ancora meno accessibile la cura ai pazienti per carenze organizzative e di personale. La crescente burocratizzazione sta distogliendo i medici dal loro compito principale: prendersi cura delle persone.